Recensione del libro “Attaccamento e amore” di Grazia Attili

Se pensate di trovare la chiave o la pozione magica che vi permettano di avere a fianco l’anima gemella, questo libricino dal carattere divulgativo non fa per voi. Contiene però molte informazioni utili che aiutano a comprendere meglio alcuni nostri comportamenti nelle relazioni e in amore. Questo libro non pone troppe domande, ma spiega molti concetti e spinge il lettore ad interrogarsi.
Può essere letto da chiunque voglia capire cosa si nasconde dietro la scelta del partner. È scritto in modo scorrevole, chiaro, con un linguaggio non eccessivamente tecnico, e la moderata lunghezza (134 pagine) lo rende leggero, in tutti i sensi.
Sono pagine da consumare lentamente, da leggere con attenzione, da sottolineare, su cui prendere appunti. E su cui tornare di tanto in tanto. L’ho letto con piacere, assimilandolo pian piano.
Ecco le cinque cose che di questo libro mi sono rimaste maggiormente.

La base di tutte le nostre relazioni, passate, presenti e future, si trova nelle modalità in cui ci siamo relazionati con chi ci ha allevati, ovvero con la nostra figura di attaccamento. La figura di attaccamento principale è quasi sempre la mamma. È quella persona a cui ci attacchiamo subito, non appena nasciamo. È quella figura che ci nutre, ci protegge e che, soprattutto si prende cura di noi. La relazione di attaccamento è quindi quella che si crea, in primis, con questa figura, e che modella come noi ci relazioniamo con noi stessi, con gli altri e con il mondo da quel momento in avanti. È incredibile scoprire come alla base di buona parte del nostro universo affettivo e relazionale vi siano momenti cruciali così “primordiali”;

L’attaccamento ha delle caratteristiche specifiche. Proviamo a pensare ad un bambino piccolo e alla sua mamma quando sono insieme: si cercano, si coccolano, lui dipende da lei per moltissime cose e chiede spesso il suo intervento e aiuto; quando lei si allontana lui piange, va in ansia, non è bello che la mamma se ne vada, ma se ritorna, con qualche bacio e carezza, il bambino è pronto ad allontanarsi in sicurezza di nuovo. E tornerà da lei sempre, come se tra loro vi fosse un elastico che li avvicina e li allontana. La mamma è una base sicura, e il bambino sa che può contare sempre su di lei.
L’attaccamento è quindi  un processo che si costruisce attraversando delle fasi e che accompagna la crescita del cucciolo d’uomo per un bel po’ di tempo.

L’attaccamento può, tuttavia, essere di vari tipi. Per capire meglio le tipologie di attaccamento, possiamo provare ad osservare la relazione tra due partner. Anna e Riccardo passano molto tempo insieme, condividono le loro vite ma ognuno di loro ha anche le proprie passioni personali; quando Anna è preoccupata per qualcosa, sa che la persona che meglio può starle vicino e consolarla è Riccardo, che è capace di accoglierla e rassicurarla, facendola sentire protetta, accudita, ma allo stesso tempo forte. Lo stesso vale per Riccardo: se c’è una persona su cui sa che può contare a occhi chiusi è Anna. Anna e Riccardo sperimentano quello che viene definito “attaccamento sicuro”. Marco, invece, è un partner molto geloso, spesso in ansia, prova la costante paura di essere tradito. Si sente molto insicuro e ritiene che il mondo attorno a lui sia fortemente imprevedibile. Vorrebbe fidarsi di Federica, ma non riesce; sta molto male per questo e si colpevolizza. Federica d’altro canto non sa come rassicurarlo. Francesco, poi, si tiene parecchio a distanza dall’impegno affettivo: è restio a far entrare una ragazza nella sua vita, a lasciarsi andare ed entrare nel vivo di una relazione. Non riesce ad esprimere bene i suoi sentimenti. Preferisce incontri fugaci senza troppo impegno, e appare spesso freddo e distaccato.
Marco ha quello che viene definito “attaccamento insicuro – ansioso”, mentre Francesco fa parte della categoria “insicuro – evitante”. Ogni attaccamento riflette modalità pregresse relazionali e ci descrive nei modi in cui cerchiamo un partner, pensiamo a noi stessi e all’amore

L’amore e l’attaccamento hanno una spiegazione etologica ed evoluzionistica. Mi dispiace, anche io credevo che il romanticismo fosse sensazionale e molto bello, ma tutto ha una spiegazione genetica: dobbiamo sopravvivere come specie e quindi ci “serve qualcuno” che ci aiuti a farlo. Qualcuno che innanzitutto ci piaccia, che sia abbastanza forte da sostenere una famiglia o dei figli, che sia disposto ad impegnarsi a lungo termine e che ci dia calore e affetto. Senza queste ultime due cose, vi assicuro, si campa poco. Lo sa bene Harlow ed i suoi esperimenti sui cuccioli di macaco, che venivano messi a contatto con due mamme “finte”, una di ferro ma con il biberon, ed una morbida, ma senza cibo. Le scimmiette preferivano di gran lunga la seconda, a dimostrazione del fatto che, sorprendentemente, più del cibo ci salvano le coccole!

Per fortuna, non siamo fermi a ciò che siamo! Se scoprirete di avere un attaccamento ambivalente o evitante, sappiate che spesso si può cambiare, anche se può essere difficile o doloroso; ma tutto questo vi farà stare meglio. Dipende dal partner che incontrate e quanto siete disposti a conoscere voi stessi.

Detto questo, è un libro che dà molto, in modo semplice, e che invita il lettore ad approfondire, a voler sviscerare ancora di più la tematica in esame. Buona lettura!

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Questo articolo è stato scritto da Elisa Sona, tirocinante post-lauream presso la Dritto al Punto nel 2019.