Attacchi di panico o disturbo di panico?

Qual è la differenza tra attacco di panico e disturbo di panico? Per rispondere a questa domanda dobbiamo consultare la bibbia dei disturbi mentali: il DSM, il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali in cui troviamo tutte le definizioni dei disturbi mentali.

 

Che cos’è un attacco di panico?

L’attacco di panico viene definito come una comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano quattro o più dei seguenti sintomi:

  1. palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
  2. sudorazione
  3. tremori fini o a grandi scosse
  4. dispnea o sensazione di soffocamento
  5. sensazione di asfissia
  6. dolore o fastidio al petto
  7. nausea o disturbi addominali
  8. sensazione di vertigini, di instabilità, di testa, leggera o di svenimento
  9. brividi o vampate di calore
  10. parestesie, cioè sensazioni di torpore o di formicolio
  11. derealizzazione, cioè sensazione di irrealtà o depersonalizzazione, sensazione di essere distaccati da se stessi
  12. paura di perdere il controllo o di impazzire
  13. paura di morire

Per poter fare diagnosi, invece, di disturbo di panico è necessario che si rispettino due criteri:

  1. ricorrenti attacchi di panico inaspettati
  2. almeno uno degli attacchi deve essere seguito da un mese, o più, di uno o entrambi i seguenti sintomi:
    • preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi o per le loro conseguenze (per esempio perdere il controllo o avere un attacco cardiaco o impazzire)
    • significativa alterazione disattiva del comportamento correlata agli attacchi (per esempio comportamenti pianificati al fine di evitare di avere attacchi di panico come l’evitamento dell’esercizio fisico oppure di situazioni non familiari).

Si stima che circa il 10% della popolazione abbia, nel corso di un anno, un attacco di panico. Il disturbo di panico invece è un disturbo che colpisce circa il 2-3% della popolazione.

Solitamente gli attacchi di panico compaiono nella tarda adolescenza, quindi mediamente intorno ai vent’anni, e colpiscono di più le femmine rispetto ai maschi in una proporzione di 2 a 1.