Raccontare il virus

Oramai sono trascorsi molti mesi da quando abbiamo sentito parlare la prima volta del Coronavirus e, mentre le istituzioni ci fornivano indicazioni in merito a come comportarci nel pubblico, ognuno di noi ha dovuto riorganizzare la propria mente e fare ammenda con le proprie preoccupazioni.

Oltre ai propri timori però, molti genitori si sono dovuti preoccupare di gestire anche quelle dei figli, ingegnandosi per spiegare il virus senza creare traumi ma al contempo facendo capire loro la gravità della situazione.  A supporto delle mamme e dei papà sono stati creati svariati strumenti: articoli scientifici, video online e soprattutto… cartoni animati!

In molti si sono cimentati nella realizzazione di cartoni in grado di spiegare il virus, e tra questi anche l’Ospedale San Raffaele. Da un’idea della docente Anna Odone, è nato questo cartoon-progetto a scopo di divulgazione scientifica e educazione sanitaria, che si riproponeva di spiegare l’emergenza in modo corretto e allo stesso tempo divertente.

Il cartone racconta in pochi minuti la storia di Leo e Giulia, due fratelli che si ritrovano a vivere la quotidianità della quarantena e che tra una lezione on-line e l’altra si interrogano sulla natura del Virus.

Quando Leo chiede a Giulia perché non possono più andare a scuola, lei gli risponde con molta semplicità che “C’è in giro un animaletto piccolissimo, che se entra nel nostro corpo ci fa stare male!”.

Vengono poi spiegati i sintomi, quali la tosse, gli starnuti e la febbre, che arrivano quando questo virus entra dal naso o dalla bocca. Giulia si preoccupa subito di dire al fratello che il virus può entrare nei nostri copri ed entrare in quello di altri, e che proprio per questo è importante interrompere il viaggio del virus attraverso il distanziamento sociale.

Come già le favole ci hanno insegnato, usare il linguaggio della fantasia per raccontare la realtà ai più piccoli è il modo migliore per aiutarli ad affrontare i cambiamenti, anche quelli più stravolgenti.

Tutti i bambini si sono chiesti perché da un giorno all’altro si sono ritrovati a casa anziché tra i banchi di scuola, e riuscire a riconoscersi in un personaggio che vive le loro stesse difficoltà può aiutarli a non avere paura. Inoltre, vedere qualcuno che affronta un problema analogo al loro, può aiutarli a prendere in considerazione le soluzioni adottate dai vari protagonisti.

Non a caso il motto di Leo e Giulia è “Noi come voi!”.

 

Questo articolo è stato scritto da Noemi Ferrari, tirocinante presso la Dritto al Punto nel 2020.