«Me la faccio addosso»: perché la paura ci aiuta a sopravvivere

paura tigre

«Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola» diceva Paolo Borsellino. Da un punto di vista evoluzionistico invece è vero il contrario: la paura è una delle emozioni che ci hanno permesso di sopravvivere ai pericoli per migliaia di anni. Ma come fa la paura a salvarci la vita?

Quando abbiamo paura il nostro organismo si attiva in modo veloce ed efficace, e questo  avviene nello stesso modo sia che ci troviamo di fronte ad un rapinatore con una pistola in mano, sia che ci stiamo buttando per la prima volta col paracadute, sia che ci troviamo davanti una tigre dai denti a sciabola uscendo dalla nostra caverna… Bè in effetti questo al giorno d’oggi non è poi così frequente, ma l’esempio è utile per capire perché quello che succede nel nostro organismo di fronte ad un pericolo è sempre uguale da migliaia di anni.

M trovo davanti una tigre dai denti a sciabola mentre sto uscendo dalla mia caverna, dicevamo. Non è certo il momento di fare grandi ragionamenti e infatti il cervello mi viene in soccorso sintetizzando la situazione con la parola magica «pericolo!» che fa iniziare la reazione di attacco o fuga (fight or flight) che prepara il mio corpo, appunto, all’attacco o alla fuga.

Da un punto di vista fisiologico la faccenda è abbastanza complessa: l’ipotalamo attiva il sistema simpatico e il sistema cortico-surrenale che rilasciano noradrenalina e adrenalina, che a loro volta… Va bè lasciamo stare. L’unica cosa che davvero mi serve sapere è che se voglio attaccare o fuggire i miei muscoli avranno bisogno di energia: intuitivo no? Quindi il fegato rilascia più zuccheri per dare più energia ai muscoli e la milza rilascia più globuli rossi per agevolare il trasporto di ossigeno. E siccome non è detto che l’attacco o la fuga vadano come mi auguro, il mio organismo si porta avanti rilasciando endorfine (per anestetizzarmi), producendo più globuli bianchi (per combattere le infezioni) e restringendo i vasi sanguigni (per ridurre l’emorragia in caso di ferite). E in tutto questo io praticamente non mi accorgo di nulla se non di:

  • Tachicardia e pressione arteriosa più alta (il cuore batte più velocemente e butta fuori più sangue ad ogni battito per raggiungere più velocemente tutto il corpo);
  • Iperventilazione (i respiri si fanno più veloci per far entrare più ossigeno).

Tutti gli sforzi dell’organismo sono concentrati su un unico obiettivo: sopravvivere, quindi tutto quello che non è strettamente indispensabile viene ridotto o addirittura sospeso. Avrò quindi anche altri sintomi, tipo:

  • Nausea, perchè la digestione si blocca;
  • Bocca secca, perchè saliva e muco si seccano per aumentare la dimensione delle vie respiratorie che portano aria ai polmoni;
  • Pupille dilatate, perchè posso trovare meglio eventuali vie d’uscita;
  • Vertigini, perchè l’ossigeno non va solo nei muscoli ma anche al cervello;
  • Sudorazione, perchè il corpo si surriscalda e suda per abbassare la temperatura. Può capitare quindi che subito dopo abbiamo tremori, brividi di freddo e «pelle d’oca»;
  • Pallore: eh bè che cosa me ne faccio di un bel colorito in quel momento?!

Last but not least.

Tra i vari sintomi della paura ci sono anche il rilassamento della vescica e la contrazione dei muscoli del retto. Detto più semplicemente: ci viene da andare in bagno. Perché? Semplicemente perché buttando fuori tutto quello che è in più mi alleggerisco e posso correre più velocemente, aumentando le mie probabilità di sopravvivenza. Ecco quindi l’origine dell’espressione «farsela addosso dalla paura».